I 10 paesi Asean manterranno lo stesso livello di crescita degli ultimi 10 anni (+5,6%). Indonesia e Filippine cresceranno del 6%, mentre Cambogia, Laos e Myanmar addirittura più del 7% grazie ai miglioramenti produttivi del settore agricolo e dei servizi.
La Malaysia potrà contare su una robusta domanda interna e sullo sviluppo dei settori export oriented, mentre il Vietnam ha buone prospettive economiche, ma alcune criticità nel sistema bancario.
La Cina, impegnata ad adottare un modello di sviluppo più sostenibile a livello ambientale e basato maggiormente sui consumi interni, rallenterà un po’ la corsa frenetica degli ultimi 20 anni.
Per l’India le prospettive sono positive anche se molto dipenderà dalla capacità del nuove governo Modi di adottare il suo ambizioso piano che prevede: la creazione di nuovi posti di lavoro e il rilancio del manifatturiero, la costruzione di nuove infrastrutture, il miglioramento della sicurezza alimentare.
Il sistema legale e giudiziario di molti Paesi dell’area (unito al problema della corruzione) non garantisce ancora agli investitori internazionali un contesto di riferimento normativo chiaro e affidabile.
Tale ritardo rispetto agli standard internazionali emerge in tutta evidenza dal “Doing Business 2014” di World Bank che - nella classifica relativa al "contract enforcement” - vede il Brunei Darussalam al posto 161, Cambogia al 162, India al 186 e Myanmar al 188.
Ecco perché può essere pericoloso avventurarsi senza opportune tutele contrattuali in questi interessanti, ma insidiosi mercati.